Il Pittore Fascista e il Poeta Partigiano
L’arte è di sicuro una forza che può unire anche le menti più diverse. Questo è dimostrato dal sorprendente incontro tra il poeta e partigiano Gianni Rodari e il pittore fascista Mario Sironi durante la Seconda Guerra Mondiale.
Sul finire della conflitto, nel fatidico giorno del 25 aprile 1945, Sironi, fascista della prima ora e noto per le sue opere di propaganda del regime, decise di intraprende una rocambolesca fuga in Svizzera insieme al suo cane. Tuttavia, durante il suo viaggio, viene intercettato ad un posto di blocco dal partigiano Gianni Rodari, giovanissimo leader della Brigata Garibaldi. I partigiani erano in missione per eliminare chiunque fosse legato al regime fascista e il destino di Sironi era in bilico.
Quando Rodari esaminò la sua carta d’identità, chiese: “Sironi Mario, il pittore delle periferie, dei gasometri, delle fabbriche nel deserto, dei grigi sotto un cielo marrone, o viceversa?”
“Sono io” rispose il pittore.
Sebbene Rodari fosse in conflitto con la posizione politica di Sironi, alla fine decise di firmare il suo lasciapassare e di lasciarlo libero “in nome dell’arte”, salvandolo dalla fucilazione e riconoscendolo come un artista piuttosto che come un nemico.
Per il futuro scrittore Rodari, il nemico non era il singolo individuo, ma la mancanza di libertà, la disonestà, la menzogna e tutto ciò che poteva far piangere un bambino. La sua coraggiosa decisione di preservare l’espressione artistica di fronte alla tirannia è una testimonianza del potere dell’arte di trascendere l’ideologia e unire l’umanità.
Nonostante le loro divergenze di pensiero, Rodari e Sironi avevano un grande rispetto reciproco e ammiravano il lavoro dell’altro. La poesia partigiana di Rodari e le opere più impegnate di Sironi sono un esempio di come l’arte possa essere utilizzata per esprimere le proprie idee e per combattere l’ingiustizia.
Il racconto di questo straordinario incontro è stato riportato nel libro di Vanessa Roghi, “Lezioni di Fantastica: Storia di Gianni Rodari”.